Vallepietra


Nel cuore del Parco Naturale dei Monti Simbruini sorge il comune di Vallepietra, che deve il suo nome al lago artificiale voluto dall'imperatore Nerone come abbellimento della sua villa nelle vicinanze di Subiaco, che il codice Regesto Sublacense dell' XI sec. indica proprio Vallis Petrae. Questa valle termina esattamente ai piedi della mastodontica parete rocciosa, chiamata Petra Imperatoris, dalla quale il nome Vallis petrae e poi Vallepietra. Al centro della stretta vallata, la famiglia di Peltro Caetani, nipote di Bonifacio VIII, eresse un palazzo baronale come sede estiva. Di questo superbo edificio rimane ancora la Torre Civica, ben visibile al centro del' abitato Il Santuario della SS.Trinita', meta dei pellegrini italiani, e' raggiungibile da Vallepietra con una salita di circa due ore con mulattiere e ripidi sentieri. Il Santuario risale al V sec. e venne ricavato nella roccia ed eretto su dei resti romani, ai piedi della parete verticale del Colle della Tagliata, alto 1662 m. Vallepietra (825 m s.l.m.) circondata da alte montagne ricoperte da boschi dove dominano nelle zone alte il faggio e l'acero e nella parte bassa il carpino, la quercia e l'elce. Il suo territorio limitato dal monte Tarino (m 1986) che lo separa dal territorio di Filettino, dal monte Autore (m 1853) che lo separa da Camerata e da Subiaco, dal Capitello che segna il confine con Jenne, dall'altipiano di Faito che limita i confini con Trevi e dall'altipiano Campo la Pietra che lo separa da Cappadocia (Abruzzo).



Cenni storici

Donato nel 1257 da Alessandro IV al nipote Rinaldo di Jenne, con Filettino e Trevi, passa nel 1297 alla potente famiglia Caetani con la rinuncia dei precedenti feudatari ad ogni diritto su Trevi, Filettino e Collalto. A parte un breve periodo (1481-1503) in cui ritorna all' Abbazia di Subiaco, Vallepietra rimane feudo dei Caetani fino al 1670, anno della morte di Orazio, quando per trasmissione matrilineare passa al nipote Tiberio Astalli, signore di Sambuci il cui discendente, Camillo Astalli Caetani, nel 1726 riforma lo statuto di Vallepietra. Dagli Astalli passa per debiti a Pietro Testa Piccolomini la cui famiglia conserva la proprieta' del feudo dal 1757 al 1808 quando il possedimento viene ceduto a Settimio Bischi Bulgarini che lo vende nel 1820 a Camillo Torriglioni, nel 1842 la proprieta' passa al marchese Girolamo Riccini e nel 1865 al nipote Niccolo' Quattrofrate che lo vende ad Antonio Troili nel 1869. Sulle origini del Comune di Vallepietra non si hanno notizie precise; ma non mancano alcune ipotesi. Una e' quella che Vallepietra abbia potuto aver origine dai fuggiaschi della campagna romana, dove, nel secolo VI, infurio' una lunga e sanguinosa guerra tra Goti e Bizantini. Un' altra e' quella che gli schiavi che lavoravano alla costruzione della Villa di Nerone a Subiaco abbiano potuto trovare rifugio tra i luoghi impervi dell' alta valle e successivamente dare origine ad un piccolo villaggio. Il nome di Vallepietra e' riportato, per la prima volta, in un atto con il quale il Papa Nicolo' II (1059-1061) soppresse la diocesi di Trevi: i paesi di Vallepietra, Filettino, Jenne e Collealto, oltre a Trevi, furono uniti alla diocesi di Anagni. Dal 1061 la storia di Vallepietra e' strettamente collegata a quella di Anagni e a quella di alcune nobili famiglie anagnine che dominarono a lungo nel paese. La prima fu' la famiglia Conti di Anagni. Il piu' alto rappresentante di questa famiglia fu' il papa Alessandro IV (1245-1257), che nacque a Jenne, paese limitrofo a Vallepietra. Dal 1297 i Caetani, altra famiglia di Anagni, dominarono a lungo nella zona. Seguirono gli Astalli e i Troili. Vicino alla Torre e' il campanile della chiesa parrocchiale, e poi intorno in fila i tetti e sui tetti i comignoli. Linde viuzze antiche, vicoli e scalinate anguste percorrono il paese e tutti portano in piazza. Si entrava nel Paese da due porte: quella del Sole e quella Napoletana. Da li' partivano le strade per Roma e per Napoli. Ambedue presentano lateralmente grosse cavita' dove entrava il trave che serviva per sprangarle dal di dentro. Il vecchio paese e' tutto intorno alla Torre mentre le nuove costruzioni si allungano verso l'alto della collina legata al monte Faito.



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